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La coscienza è spiegabile soltanto indagando la fisiologia? Le sensazioni così tipiche che ciascuno di noi prova sono mere associazioni neurologiche, o rinviano invece ad una profonda divisione tra materia e spirito, vagamente simile al dualismo cartesiano? Oppure qualcosa nel mistero della meccanica quantistica può aiutarci a comprendere anche lo strano incanto del pensiero? In particolare, cosa giustifica l'esistenza del libero arbitrio, ovvero di una volontà autonoma e di un principio di libertà, all'interno del ferreo determinismo che sembra dominare le transazioni chimiche del nostro corpo?